Oggi abbiamo voluto presentare le due varietà di riso che pariteticamente si prestano a rappresentare al meglio il risotto italiano: il Vialone Nano e il Carnaroli. Sono due storie gloriose diverse nel tempo e nello spazio e sulle loro diversità ci concentriamo.
Il Vialone Nano è nato alla stazione di risicoltura di Vercelli nel lontano1936 ancora agli albori della ricerca sul riso in Italia. Il padre era il migliore riso del momento, il Vialone, che prende il nome da una località vicino a Pavia. La madre era una mutazione casuale di riso molto piccola trovata nel vercellese chiamata Nano.
Invece il Carnaroli nasce per merito di Ettore De Vecchi vicino a Milano, a Paullo nel 1945 con l’obiettivo di ottenere un granello grande che tenga la cottura. Il nome dei suoi parentali sono Vialone, di cui abbiamo già parlato e Lencino. Mentre il nome di Carnaroli deriva da quello di un salariato agricolo che partecipò alla sua realizzazione. La famiglia De Vecchi lo cede nel 1983 all’Ente Nazionale Risi.
In effetti prima della cottura i due chicchi si differenziano già abbastanza bene: più corto e arrotondato e perlato il Vialone Nano, più lungo, affusolato e semiperlato, vitrescente il Carnaroli. Le vere differenze si notano per quel che riguarda la tenuta e la durata di cottura. Ma su questo argomento occorrono due capitoli a parte.